Agnesi, ora il silenzio è tombale.
Le belle parole, le annunciate prese di posizione, le promesse. Oltre un anno di bugie della Giunta Toti sono stati sufficienti per chiudere 192 anni di storia di quello che non è solo un marchio rappresentativo di un’eccellenza tutta ligure, ma una vera e propria tradizione. Con la chiusura dello stabilimento di Imperia muore un tessuto produttivo e con esso i segreti e gli ingredienti di un prodotto unico nel suo genere. Perché solo in Liguria, solo con la sapiente ricetta tramandata di generazione in generazione, si poteva produrre quella pasta: un mix fra particolari selezioni di grano e condizioni climatiche non replicabili in altri luoghi se non nella nostra regione. Agnesi (Colussi) continuerà a produrre certo, a Fossano (CN), ma la pasta non sarà mai più quella. Sarà semplicemente pasta.
Nemmeno questo è stato sufficiente a far cambiare rotta al Gruppo Colussi che nel 1999, anno in cui avvenne l’acquisizione dello storico marchio, per voce di Angelo Colussi esordiva con questa lettera ai dipendenti:
Dopo i preliminari intercorsi, oggi 30 luglio 1999, con la sottoscrizione del contratto di acquisizione della Agnesi S.p.A., si è realizzata la svolta più significativa nel processo di rapida crescita di recente intrapreso. proiettando il nostro gruppo oltre i 500 miliardi di fatturato, in posizione di assoluto rilievo nel mercato alimentare.
Abbiamo ampliato il sistema di offerta integrato della dieta mediterranea nelle categorie merceologiche che meglio lo rappresentano (biscotti, panificati, pasta di semola ed all’uovo, prodotti per gelaterie e pasticcerie. merendine, riso, condimenti) sviluppando ulteriormente la via dei prodotti di marca e di qualità che ci contraddistingue.
Abbiamo posto i presupposti per sviluppare positive sinergie commerciali, nella capillare copertura del mercato, nel servizio al trade e nella logistica, ampliando anche le nostre potenzialità nei mercati esteri con presenze significative e nuove grandi opportunità di sviluppo.
Abbiamo l’orgoglio di condividere traguardi cosi ambiziosi grazie al fondamentale contributo creativo e propositivo che ci è stato consentito di avere fin qui cumulando sapere e competenza per lo sviluppo.
Abbiamo consolidato la base per essere competitivi e vincenti, abbiamo le risorse per cavalcare e non subire il cambiamento, abbiamo nei colleghi tutte le qualità per essere aperti al confronto, competenti, reattivi e flessibili come e più degli altri.
E’ per me un grande piacere proseguire sulla strada intrapresa per rullare la sfida con ancora maggiore impegno ed entusiasmo, valorizzando il patrimonio delle risorse di cui l’azienda dispone per raggiungere nuovi ed ancora più ambiziosi traguardi, vivendo ogni difficoltà come opportunità, per essere protagonisti del cambiamento e del successo.
Con rinnovata fiducia e stima i migliori saluti e auguri di buon lavoro.
Angelo Colussi
Quella proclamata ambizione oggi è svanita nel nulla.
Durante la campagna delle scorse regionali, in occasione della mia presentazione come candidato per la Lista Pastorino, ebbi modo di incontrare insieme a Luca Pastorino i dipendenti dello stabilimento, quegli stessi dipendenti che oggi hanno perso il lavoro con l’aggravante di un enorme senso di vuoto. Ricordo bene i loro volti e le loro storie; è in quell’occasione che ebbi modo di conoscere a fondo la storia di Agnesi e i suoi segreti. Ma ciò che non dimenticherò mai è l’attaccamento che sprigionavano con gli sguardi e le parole.
A nulla è valsa l’interrogazione parlamentare di Luca Pastorino, che si impegnò al fianco dei lavoratori per tutelare questo patrimonio e scongiurare la chiusura dello stabilimento. A nulla è valsa perché nessuna azione è stata fatta dalla giunta Toti, in un anno e mezzo di battaglie. Eppure proprio la Regione avrebbe potuto evitare che tutto ciò accadesse. Bastava legiferare nel nome della tutela di prodotti di qualità ed eccellenza; ne ha tutte le competenze.
Anziché far questo si è preferito far “vetrina”, con lanci di slogan e promesse (mancate), ed ora quella vetrina è vuota. Adesso non parla nemmeno più la pasta; il silenzio è tombale.
I miei complimenti a Giovanni Toti e la mia solidarietà ai lavoratori.