Alla Japan Airlines pare che essere bambini sia condizione discriminante
La notizia ha dell’incredibile ma è tutto vero. Parola di Frank (passeggero di fantasia)
La Japan Airlines, ieri, ha annunciato di aver inserito nei propri sistemi di prenotazione la possibilità di scegliere il posto anche sulla base della presenza di bambine e bambini di età compresa o inferiore ai due anni.
Definendoli “urlanti”, i bambini e le bambine saranno visualizzabili sulla mappa dei posti di ogni volo per mezzo di una specifica icona che permetterà agli adulti di scegliere con consapevolezza il posto a sedere, sapendo che accanto si ritroverà un bimbo sotto i due anni.
Provare per credere, ho cambiato identità diventando Frank Matana (con la a per non coinvolgere l’attore), un cittadino Americano che da Helsinki decide di andare a Tokyo con il volo JL414, proprio oggi.
Fatte le dovute procedure di inserimento dei dati anagrafici e dei miei contatti, la procedura di prenotazione mi ha quindi portato alla scelta della seduta e, che sfiga, nella mappa c’è anche l’icona dell’urlante.
Per fortuna i posti vicino a quel coso che strilla non erano già più selezionabili; altri sfigati o sfigate li avevano già prenotati, evidentemente senza accorgersi della disgrazia a cui andavano incontro.

Ed ecco qui, al posto E della fila 46, il potenziale elemento di disturbo del mio volo dal quale, con consapevolezza, dovrò cercare di stare il più distante possibile.

Io non amo particolarmente i posti troppo prossimi alla coda degli aerei ma, avendo scelto la classe Economy (ho voluto tenere i piedi per terra e non fingermi anche milionario), non ho scelta.
Devo restare in questo settore e optare per la fila 52, nella speranza che quell’elemento di disturbo, di grazia, non rovini troppo il mio viaggio.
Ma ho sempre una speranza: la Japan ha detto che “il sistema non è infallibile, ricordando che ci sono casi in cui il biglietto è stato acquistato da terzi o c’è stato un cambio di velivolo all’ultimo minuto.”
Chissà, magari un cambio di volo all’ultimo minuto e quel coso finisce su un altro aereo. Eh, ma potrebbe anche capitarmi che di quei cosi ce ne siano di più e non si vedano nella mappa; oppure che li prenotino dopo di me.
In ogni caso potrei trovarmene uno proprio nel posto accanto al mio. No no, annullo tutto; piuttosto a Tokyo ci vado a nuoto.
Amiche e amici, ho banalizzato un po’ fino a qui, mettendoci un po’ di umorismo, ma ora si torna seri.
Ma è possibile che oggi, alle soglie del 2020, si debbano trovare sistemi che, in qualche modo, inneschino un processo discriminatorio nei confronti di altri individui?
Qui non stiamo parlando della cortesia di segnare se un servizio igienico sia preferenziale per uomo o donna, o se un’altro è attrezzato per agevolare il cambio di pannolini o vi siano presenti altre accortezze igieniche per bambini o bambine.
Qui, la Japan Airlines, sotto la finta maschera di offrire un servizio di maggior tutela all’utenza, sta sostanzialmente dicendo che, non potendo sottrarsi dall’imbarcare individui che sicuramente recheranno disturbo, può solo cercare di mitigare il rischio tracciandone presenza e posizione, offrendo la possibilità di starne il più distante possibile.
Non sta dicendo di aver creato un’area Kid’s, che questa, sì, sarebbe stata una cosa apprezzabile, arredata e attrezzata appositamente per piccini e piccine, offrendola ai genitori, a parità di prezzo. No, fa tutto il contrario.
E anziché sensibilizzare il proprio personale di volo ad intervenire su quei passeggeri, richiamandoli ad una maggiore tolleranza, che mal reagiscono a semplici quanto naturali pianti o lamenti di chi non ha ancora raggiunto un’età sufficiente per esprimere in altro modo le proprie emozioni o i propri disagi, li invita a commisurarne l’intolleranza stessa.
Eppure, che io sappia, tutti i grandi sono stati bambini, almeno una volta; anche i giapponesi.
Comunque, se non erro, le direttive della Comunità Europea annoverano anche l’età fra i motivi di discriminazione e oggetto di protezione.
E allora, forse, sarebbe bene che come nel caso della Finlandia, la Comunità Europea intervenga duramente sulla Japan Airlines proibendole, almeno sui voli che riguardano i paesi UE, l’applicazione tecnologica di questa forma di intolleranza.