Da “una poltrona per due” a “una poltrona in due”
Questa mattina, presto, ho ironizzato (ma non troppo) sui social pubblicando questa foto sotto al testo “avviso che quest’anno la tradizionale proiezione di “una poltrona per due” potrebbe essere anticipata” .
Ed ecco che dopo le consultazioni del Presidente Mattarella, accompagnate dalle parallele consultazioni di Matteo Renzi, si lascia intatto il palinsesto e si modifica, leggermente, il copione.
Paolo Gentiloni è l’uomo incaricato, formalmente da Mattarella e confidenzialmente da Renzi, a condurre la fase di governo che avrà il compito di traghettare il Paese alle elezioni (secondo Mattarella) lasciando tutto il tempo di concimare un terreno ormai arido per vincerle (secondo Renzi).
Il giochetto è ben chiaro a tutti, compreso il gioco di parole del titolo. Ma non ditelo a Renzi che l’abbiamo capito; non prima che lo spieghi nell’ampia platea del suo partito con cui ha condiviso l’estenuante dibattito su come affrontare questa crisi di governo e su come risolverla. Ricordo che la Direzione è ancora convocata in modo permanente, ma al Nazareno. Lui ha solo sbagliato Palazzo, tranquilli adesso arriva per condividere con voi le decisioni già assunte.
Comunque, adesso, è il turno di Gentiloni della cui integrità sono talmente certo che sono sicuro stia solo attendendo il passaggio di carica da Ministro degli Esteri a Primo Ministro per raccogliere dal primo quell’atteso chiarimento sulla questione armi in Arabia Saudita. Un po’ come mi aspetto che Babbo Natale sieda alla mia tavola il 25 dicembre.
Ho una sola speranza e cioè che si faccia presto una legge elettorale e, citando il buon Giulio Cavalli, “magari non incostituzionale, questa volta, se vi riesce, grazie” .