Genova-Milano: scoccata la freccia(rossa) segniamo i punti sul tabellone.
Continuiamo a chiedere un approccio serio, concreto, tangibile alle necessità infrastrutturali della linea ferroviaria Genova – Milano dove si mettano veramente in atto quelle operazioni di restyling e ammodernamento necessarie a renderla finalmente percorribile con orari certi, senza code di intasamento, nel rispetto di coloro che ogni giorno usufruiscono di un servizio di trasporto universale; non di nicchia ma universale.
Opere che continuano a rimandarsi ma che, puntualmente, vengono ricalcolate nei “contratti di programma” fra Rfi e Stato. Il sistema di segnalamento così come l’ormai famosissimo quadruplicamento della tratta Pavia – Rogoredo sono solo alcune delle opere necessarie per fare della Genova – Milano un degno, rispettabile (e rispettoso) collegamento.
Continuiamo a chiederlo, dicevo, e per tutta risposta continuano a fare l’opposto di ciò che serve, scegliendo di scoccare un Frecciarossa (che deve marciare come un treno a vapore) oggi, o un IC dal record (mai raggiunto) di un’ora, ieri.
Quanto basta, insomma, per fare ogni tanto la propria “comparsata” da vetrina, in bella mostra, rilanciando un’opera di propaganda utile solo a se stessa.
Così come il vantarsi di aver stretto accordi oggi imprescindibilmente necessari per il futuro, lasciando però le cose esattamente come ieri.
E, allora, mentre la propaganda scocca la sua freccia (rossa) ai pendolari, persone che lavorano e studiano utilizzando ogni giorno la Genova-Milano, non resta che consolare la propria amarezza guardando il tabellone dei punti che, in realtà, è il tabellone degli orari o, per dirla tutta, il tabellone dei “minuti” di ritardo; magari dal finestrino del proprio treno, fermo, per far passare la propaganda.
Il resoconto di una giornata tipo non lo faccio io ma un ottimo Francesco La Spina che ne ha scritto per Repubblica su “La Carrozza di Pegaso”:
La grande, amara, assurda beffa si è materializzata ieri alle ore 8.24, quando, fermi sul binario 3 della stazione di Milano Rogoredo, i passeggeri dell’Intercity 652 Genova-Milano si sono visti sorpassare, sul binario 5, dal Frecciarossa 9796, che doveva (e lo dovrà sempre) assolutamente arrivare non oltre le 8.35 sul binario 21 della Stazione Centrale.
L’Etr1000 ce l’ha fatta: solo 40 secondi di ritardo. Performance perfetta, per il tripudio di politici, vertici aziendali, maggiorenti vari e dei loro fedeli cantori mediatici.
Peccato che neppure una parola sia stata spesa per i lavoratori e gli studenti che erano a bordo del 652: loro, sotto le tettoie della Centrale, sono scesi 28 minuti dopo il previsto, di cui 10 accumulati da Rogoredo in su, esattamente un minuto a chilometro.
E mentre il gruppo dirigente ripeteva urbi et orbi i mantra di un treno che proietta Genova “nel circuito della modernità ferroviaria” e riduce la sua “isolatezza” (sarebbe “isolamento”, certo, ma l’ha detto un presidente di Regione, non roviniamogli la festa…) i pendolari del 652 si precipitavano affannati verso uffici e università con la prospettiva dell’ennesima penalizzazione in busta paga o il rimprovero del prof già in piena lezione.
Come si paventava alla vigilia, per le ragioni più volte esposte, legate all’inadeguatezza della linea e all’impossibilità di risolvere i conflitti di circolazione (anzi aumentandoli), l’inserimento del Frecciarossa, aggiunto a un paio di problemi tecnici contingenti, ha ancor più sconvolto la marcia di tutti i convogli tra Voghera e Milano nella fascia oraria 7-9.
E’ assolutamente vero, come precisato dal Gruppo Fs in una nota, che l’Ic 652 ha perso 5 (cinque) minuti per un guasto al sistema di controllo marcia (Scmt) tra Cava Manara e Pavia ed è rimasto fermo 3 (tre) minuti in più del solito a Pavia per far salire un passeggero con mobilità ridotta, e di certo i convogli Trenord provenienti da Stradella hanno pagato lo scotto di un passaggio a livello guasto a Pinerolo Po, ma affermare che “i ritardi registrati nella tratta Voghera-Milano non sono imputabili né conseguenza del nuovo Frecciarossa” è un’affermazione che può accontentare solo degli sprovveduti.
Di qua in avanti riportiamo dati ufficiali, verificati seguendo ieri mattina la circolazione dei treni in tempo reale, minuto per minuto.
Eccovi il “bollettino di guerra” dei ritardi in arrivo da aggiungere a quello dell’Intercity già citato: Regionale veloce 3883 +25’, Regionale 2182 +20’, Intercity 656 +23’, Regionale 10580 +29’, Suburbano 23108 +17’, Suburbano 23110 +30’. Ancora: Regionale 4865 +6’, Regionale 4578 +10’, Suburbano 10578 soppresso.
“Solo un caso” dirà qualcuno. No, di “caso” proprio non si può parlare: è scontato che, certo non sempre nell’ordine di grandezza di ieri, la tabella di marcia dei treni mattutini verso Milano risulterà sempre più o meno diversa dal previsto, e che solo il 9796 vanterà il primato della puntualità, dovendo “a tutti i costi” attestarsi in Centrale in tempo utile per ripartire alle 8.45 per Venezia (la tratta remunerativa per Trenitalia, su cui anche Ntv entra in concorrenza).
Lo stesso tempo utile per continuare a vantare il fatto che da Brignole a Milano si impiegano 97 minuti col Frecciarossa, dimenticando di dire che negli anni 70 l’Etr250 “Arlecchino” copriva la stessa distanza in un’ora e mezza e che le 4 ore e 11 minuti per attestarsi a Venezia S. Lucia sono analoghe al tempo di percorrenza del Rapido di 50 anni fa.
Rispetto a quell’epoca la linea ferroviaria Genova-Milano-Venezia è identica, a parte un breve segmento tra Milano e Brescia, l’unico particolare che può giustificare per il nostro Frecciarossa l’appellativo di “treno alta velocità”.
A fronte di una infrastruttura quasi immutata la quantità di treni che la percorrono si è moltiplicata, giustamente, favorendo la “mobilità pulita” di migliaia di persone.
Lo scriviamo per l’ennesima volta: finché le soggezioni tecniche in molte stazioni non verranno eliminate e finché tra Genova e Milano la linea non sarà raddoppiata gli ammuffiti proclami ancora ieri rilanciati resteranno sterile propaganda. Quando avverrà? Non prima del 2028.
Non lo diciamo noi, è scritto nero su bianco negli atti ufficiali della programmazione di Rete Ferroviaria Italiana. L’apertura del Terzo Valico (nel 2022, forse…) consentirà solo un parziale risparmio visto l’effetto imbuto che permarrà da Tortona in su. Può darsi che 500 milanesi decidano, negli anni a venire, di trasferirsi in Liguria, comodi, utilizzando un treno con poltrone reclinabili e wi-fi, ma quanti dei nostri pendolari sceglieranno di rimanere a vivere nel capoluogo lombardo, almeno dal lunedì al venerdì, per non essere più vittime di uno scontato calvario quotidiano?
Raccontare quanto accaduto ieri mattina sulla linea ferroviaria Genova-Milano forse potrà aprire gli occhi anche ai più accaniti trinariciuti. Partiamo dal Frecciarossa, dunque, che ha lasciato Principe alle 7.07 (due minuti oltre il previsto) accumulando via via ritardo fino ai 9 minuti rilevati a Voghera. Dovendo prioritariamente fargli eliminare questa zavorra nei successivi 65 chilometri, godendo di precedenza assoluta, ecco quello che è successo, intreccio di tracce strettissime e problemi contingenti (come quelli sottolineati nella citata nota del Gruppo Fs).
L’Intercity 652, partito da Genova con +3’ e arrivato a Voghera con +7’ è caduto nel baratro: ancora +7’ a Bressana prima del guasto tecnico al Scmt, +13’ a Pavia, +17’ a Pieve Emanuele, +18’ a Rogoredo (con sorpasso beffa), +26’ a Lambrate, +28’ a Milano Centrale; il Regionale 2182 è stato ritardato in partenza da Voghera (ore 8,00 anzichè 7,52) avendo disco verde a Pavia con +15’; il RV 3983 arrivato da Asti a Voghera con +10’ s’è visto superare dal Frecciarossa a Bressana Bottarone raddoppiando il suo ritardo in soli 26 km; l’Intercity 656, lasciata Principe in perfetto orario, si è accodato giungendo a Voghera con +16’, a Pavia con +20’ e a Rogoredo con +25’.
Mattinata “tragica” per i pendolari del Pavese, che già avevano dovuto far fronte alla soppressione del treno delle 7.13 da Bressana Bottarone col caso estremo del Suburbano 23110, originario da Pavia: avrebbe dovuto partire alle 8.09 ma, fermando in tutte le successive stazioni, il via gli è stato posticipato addirittura di mezz’ora, per evitare che il Frecciarossa (transitato da Pavia alle 8.11 con +8’) se lo trovasse immediatamente davanti, finendo in coda a tutto il traffico. Anche tutto questo è “un primo passo verso il futuro?”