Giunta Bucci: ora viene fuori la vera destra, compatta solo nelle campagne elettorali.
Curioso che in pochissime settimane la maggioranza del Sindaco Bucci si ritrovi spaccata, al punto che lo stesso sindaco sia costretto ad intimare il “silenzio stampa” alla propria giunta nel timore che la situazione vada fuori controllo.
Prima la questione dei migranti a Multedo, poi l’ordinanza Movida; in entrambi i casi emerge un’opposizione nella maggioranza, nemmeno tanto contenuta nei toni, che evidenzia benissimo quanto fosse labile quel castello costruito ad hoc per vincere le elezioni.
Sono già lontani i tempi della campagna elettorale, del centro destra che vince unito, della compattezza nelle dichiarazioni.
E proprio sul tema “movida”, quel centro destra così compatto, aveva costruito gran parte della campagna elettorale, in special modo nel Centro Est. Una campagna di spot e di aperture, con dei NO secchi, fermi, decisi alla famigerata “ordinanza Movida”.
Ma quello era il tempo in cui si doveva trovare “consensi”, a colpi di populismo utili solo per parlare alle pance.
Così, mentre noi parlavamo con la Cittadinanza e con le Associazioni di categoria, mentre cercavamo le giuste mediazioni e mentre entravamo nel merito delle questioni esponendo pubblicamente le modalità in cui saremmo potuti intervenire, loro promettevano. Caratteri cubitali per riempire gli spazi lasciati vuoti dai contenuti. Perché i contenuti non c’erano, ma in quel momento non era importante.
Invece per noi lo era e gli spazi li riempivamo con contenuti fatti di dati oggettivi, di azioni fattibili, di premialità fiscale per i “virtuosi” e inasprimento per gli “scorretti”, di “commercio sostenibile”, di “sicurezza” intelligente, di patti di collaborazione, di “riqualificazione” seria e rilancio.
Queste le modalità con cui volevamo debellare la famigerata “ordinanza” e sostituirla con provvedimenti basati su partecipazione e strumenti.
E anche quel centro destra così compatto voleva debellarla; non ha mai detto come, però. E infatti.
E infatti, ora che i tempi della campagna sono finiti e che gli “spot” dai caratteri cubitali non servono più, tutte le belle promesse finiscono in una nuova ordinanza, ancora più stringente, ancora più inasprita della precedente e, ancora una volta, totalmente priva di quell’insieme di ingranaggi indispensabili.
Perché la prima parte era facile ma la seconda, quella di entrare nel merito e che loro non hanno mai fatto, è quella difficile.
L’autoritarismo tipico di destra sopraffa il dialogo. E infatti dialogo non c’è stato; né con le Associazioni di categoria né, addirittura, all’interno della propria macchina decisionale. Tanto che sono riusciti ad arrivare alla vigilia della presentazione dell’ordinanza con un documento non condiviso e che ha acceso una bagarre al proprio interno facendolo naufragare ancor prima che prendesse il largo nelle magnifiche opere comunicative a cui questa giunta ci ha già abituato.
Una situazione fuori controllo che, molto chiaramente, sta dando del filo da torcere a Marco Bucci ancora impegnato a sbrogliare il caso Multedo.
Anche qui, forse per eccesso di zelo, il sindaco ha sottovalutato la reale connotazione della sua maggioranza ritenendo poco importante dargli tempestiva informazione della decisione del Prefetto circa l’assegnazione dell’ex asilo Govone come centro di accoglienza per un pugno di migranti.
Un pugno di migranti che si è trovato investito da una ferocia assurda, mossa da alcuni assessori e consiglieri che non solo hanno alzato i toni della polemica attaccando il proprio sindaco, ma hanno fomentato una parte della Cittadinanza instillandole paure infondate e sporcandole con propagande razziste e fasciste.
Ora Bucci deve correre ai ripari: non parlate con la stampa, non fomentate polemiche; i panni sporchi laviamoceli in casa.
Ma è tardi; la destra si è già spogliata di quel largo vestito che conteneva tutti, che univa, e si è rimessa i propri abiti su misura per ben distinguersi.