Gronda si, gronda no; intanto il buco di San Martino è sempre lì.
Mentre in queste ore è accesissimo il dibattito sulla Gronda, vorrei ricordare che da ben 8 anni (otto) l’ingresso principale dell’Ospedale San Martino, in Largo Rosanna Benzi, è abbandonato a se stesso con una voragine visibile ormai anche da satellite, frutto dell’ennesima opera incompiuta. Non che Gronda e voragine possano essere messe sullo stesso piano, per carità; ma ciò non toglie il fatto che quel buco c’è e che oltre a rappresentare un immenso disagio per la viabilità, per gli utenti, per i pedoni e per tutti i servizi annessi all’ospedale (autobus, taxi), rappresenta anche un’immagine davvero sconfortante (per non dire vergognosa) di quello che è il polo ospedaliero di riferimento per l’intera regione.
Che sia un opera fallita, dopo 8 anni, è ormai ben chiaro a tutti; che fosse letteralmente “un buco nell’acqua” già si sapeva ancor prima di cominciarla, dato lo scorrere del rio Noce proprio nel sottosuolo dell’ospedale. Poteva essere pensata diversamente? Forse sì; e dico forse perché non ne ho le competenze ma, visti i risultati ottenuti da chi invece le ha, azzardo l’ipotesi per la quale sarebbe stato sufficiente addentrarsi di 200 metri, all’interno dell’area ospedaliera, proprio lungo quel viale centrale che separa la parte bassa dell’ospedale da quella alta e al di sotto del quale esistono tutt’oggi le vecchie gallerie di collegamento fra i vari padiglioni, ormai in disuso da decenni. Chissà che magari qualche centinaio di posti auto, lì sotto, si potevano ricavare. Ma lo ripeto, non sono competente in materia. Però il dubbio in me è forte.
Ma al di là delle possibili alternative resta il fatto che a tutt’oggi la bagarre continua, alternandosi fra sporadiche dichiarazioni e silenzi tombali, adottando il classico sistema dello scarica barile, fra le cattive pratiche, senza dubbio, la peggiore. Azienda San Martino, ditte appaltanti, Comune di Genova, Regione Liguria, fra questi contendenti l’unico vincitore, per ora, è solo il buco.
Una vergogna che persiste da 8 lunghi anni.
E allora, come ho detto all’inizio, per carità, non voglio mettere sullo stesso piano un’opera come la Gronda (ancora da fare, fra se e ma) e il buco di San Martino, che comunque è un’opera incompiuta. Però un monito, che anch’esso finirà nel calderone dell’ignoro, all’irresponsabilità delle attuali classi politiche dirigenti nelle nostre istituzioni è assolutamente doveroso. Non è possibile che nella nostra città si debbano ancora vedere oscenità come questa e che, al di la del rimbalzo di responsabilità, nessuno faccia un atto di coraggio nel porvi un definitivo rimedio.