Il modello “outdoor education” che funziona a Crevari; perché non replicarlo?
Le maestre genovesi scelgono prati e boschi come aule Storia della scuola di Crevari. La geometria? Costruendo capanne.
La didattica all’aperto per lezioni legate alla vita: scelta che trova nuove motivazioni al tempo del covid.
Così gli alunni imparano la geometria costruendo capanne nel bosco, la grammatica seduti in un prato, la scienza e le tradizioni entrando in contatto con le acciughe.
Sono alcuni esempi di come si fa scuola alla statale dell’infanzia e primaria Crevari Giacomo Canepa sulle alture di Voltri, a Genova.
Una scuola pubblica, che negli ultimi 15 anni ha saputo reinventarsi e trasformarsi puntando tutto sulla ‘outdoor education’ e su un rapporto più stretto con il territorio.
E proprio questa caratteristica di fare scuola all’aperto si è rivelata fondamentale con la pandemia covid che ha costretto le scuole alla chiusura e alla didattica a distanza.
La scuola di Crevari è posizionata sulle alture genovesi e si affaccia sul mare, ma al tempo stesso è circondata dai prati e dal bosco che porta in pochi minuti al parco naturale regionale del Beigua.
L’istituto scolastico ha puntato tutto su una didattica innovativa, fatta di uscite sul territorio, meno lezioni frontali, e soprattutto di un rapporto stretto con la natura.
Ecco che il moto terrestre intorno al sole viene spiegato all’aria aperta e i bambini sono impegnati nella realizzazione di un orologio solare fatto con pezzi di riciclo.
Ogni giorno, i bambini di una o più classi, tutti nel rispetto delle distanze e con tanto di mascherina indossata, fanno lezione all’aperto. Le nozioni teoriche vengono messe in pratica.
”Quindici anni fa la scuola stava per chiudere erano rimasti 12 alunni – spiega Annalisa Cipiani, una delle insegnamenti – ora gli iscritti sono un centinaio, e non solo di Crevari o Voltri, ma ci sono bambini che arrivano anche da Arenzano e Cogoleto. Abbiamo creduto in un progetto e ci siamo impegnati per realizzarlo. Abbiamo investito nella cultura dell’innovazione grazie alle relazioni con il paese”.
Negli anni, si è stretta una collaborazione con allevatori e contadini del posto, che aprono ai bambini le loro aziende.
”L’ambiente di apprendimento – conclude la maestra – non è fatto solo di luoghi ma di una fitta rete di relazioni. E questo tipo di esperienza vale ancora di più oggi, al tempo del virus: stando all’aperto riduciamo i rischi del contagio”.
Amiche e amici, una riflessione credo sia obbligatoria. Covid o non covid, perché non replicare questo modello in tutte le scuole possibili?