La trattativa con Whirlpool non sta affatto andando bene
Nel corso dell’incontro odierno presso il ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza del sottosegretario Alessandra Todde e del vice capo di Gabinetto Giorgio Sorial, Whirlpool ha comunicato alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni presenti la decisione di trasferire il ramo d’azienda identificato nel complesso aziendale di Napoli alla società Passive Refrigeration Solutions S.A. (PRS), attiva nel campo della produzione e vendita di sistemi di refrigerazione passiva.
Un atteggiamento, quello di Whirlpool, deciso quanto arrogante e che viene meno a tutti gli impegni assunti dall’azienda con l’accordo di rilancio siglato assieme alle organizzazioni sindacali ad ottobre 2018.
Per chi non lo ricordasse, l’accordo prevedeva, sulla carta, un nuovo piano industriale da 250 milioni di euro e la garanzia sui livelli occupazionali e produttivi in Italia.
Non solo, l’accordo prometteva che non ci fossero esuberi fino al completamento del piano industriale, previsto nel 2021, a cui sarebbero seguiti ingenti investimenti nel triennio successivo, agendo sui siti industriali presenti in Italia nei quali, fra l’altro, il gruppo americano avrebbe riportato anche la produzione della linea incasso di lavatrici e lavasciuga; produzione attualmente sita in Polonia.
Oggi, la decisione di Whirlpool sarebbe motivata proprio da (si legge nella loro nota stampa) “un drastico declino della domanda di lavatrici di alta gamma a livello internazionale e il conseguente calo della produzione che hanno portato lo stabilimento di Napoli a operare al di sotto del 30% della propria capacita’ produttiva, determinando cosi’ una situazione non più sostenibile per l’azienda e per i propri dipendenti”.
Guarda il caso, alle volte.
Sta di fatto che la situazione, anziché migliorare come si sperava dall’incontro di oggi al Mise, è peggiorata e non piace a nessuno.
Dalla FIOM si definisce offensiva “la decisione unilaterale dell’azienda di avviare la cessione dello stabilimento di via Argine è offensivo nei confronti delle lavoratrici, dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali. La procedura ex articolo 47 prevederebbe un confronto tra le parti, ma non è quello che Whirlpool fino ad ora ha mostrato di voler fare. Per noi, l’unico tavolo di confronto è quello al ministero dello Sviluppo economico“.
Anche la FIM-CISL definisce Whirlpool arrogante e irresponsabile, spiegando che “l’incontro odierno avviene dopo il cambio di Governo e dopo che l’azienda, a mezzo stampa aveva fatto sapere durante la crisi di governo e con un atteggiamento schizofrenico, che l’unica soluzione possibile era la reindustrializzazione del sito partenopeo, chiedendo al sindacato un incontro in sede aziendale a cui Fim-Fiom-Uilm avevano risposto con una richiesta di convocazione presso il MiSE, sede istituzionale per la ricerca di una soluzione della vertenza. Oggi l’azienda scopre le proprie carte e lo fa nella maniera peggiore rompendo il tavolo di trattativa e dichiarando la cessione unilaterale, con apertura della procedura di Legge, della cessione di ramo di Azienda (Ex.Art.47), mostrando tutta la sua arroganza e irresponsabilità“.
Dalla parte giusta anche il Comune di Napoli, per voce dell’Assessore al lavoro e sviluppo della città, Monica Buonanno, che ha dichiarato “non lasceremo soli i lavoratori e ci auguriamo solo una svolta rapida, perché mai come in questo caso i tempi sono un fattore fondamentale. Crediamo fermamente, da amministratori che credono nei valori della carta costituzionale, che il diritto al lavoro vada tutelato in ogni sua forma e che gli accordi istituzionali vadano rispettati. Abbiamo come sempre portato il nostro supporto alle lavoratrici e ai lavoratori del sito di via Argine ma questa volta abbiamo potuto sostenere a voce alta che il sito di Napoli est è luogo di legalità e di cultura e che un sito senza lavoro perde quella connotazione e si trasforma in un luogo di illegalità e criminalità. Siamo pronti come sempre a fare la nostra parte. L’azienda Whirlpool ha sostenuto ancora una volta che non ci sono soluzioni, se non la riconversione attraverso la vendita a un compratore, Prs, che produce sistemi refrigeranti passivi e che da domani partono le consultazioni. Ancora una volta la città di Napoli si schiera al fianco di chi sta conducendo una battaglia lunga e che sembra senza fine“.
A conclusione di questa giornata, la richiesta a voce alta è rivolta al MiSe, auspicando ad una rapida riconvocazione di Whirlpool al tavolo durante il quale mettere alle strette l’azienda sulle proprie responsabilità.