Palummo ha chiesto scusa; non basta. Si dimetta
Il Sindaco di Pimonte, Michele Palummo, ha inviato una nota a Repubblica in cui porge le sue scuse per le dichiarazioni (vergognose) rilasciate durante la puntata di L’Aria che tira del 3 luglio andata in onda su La 7.
Ecco la nota integrale inviata da Palummo:
Intendo prima di ogni altra cosa-porgere le mie più sentite scuse alla nostra giovane concittadina, alla sua famiglia e all’intera cittadinanza per aver utilizzato, durante l’intervista a La 7, un’espressione infelice, assolutamente impropria e che non era affatto riferita a quanto le è purtroppo capitato. E’ un’espressione che non rispecchia affatto il mio pensiero, in quanto condanno, per principio, ogni forma di violenza e di sopruso, tanto più se perpetrata contro una giovane donna; ho condannato l’episodio quando è successo lo scorso anno e continuo a ritenerlo oggi un fatto quanto mai grave.
Ho 73 anni, sono padre e nonno di tre nipoti, ma soprattutto sono stato insegnante per ben 40 anni e la mia vita sono una chiara ed evidente testimonianza dei valori in cui credo e per i quali ho vissuto e continuo a vivere. Intendo, inoltre, ribadire che Pimonte è un paese pulito, sano, fatto di persone perbene, di onesti lavoratori.
La violenza capitata, che condanno senza mezzi termini, rappresenta un caso isolato, sicuramente una pagina buia della nostra storia. Ma non abbiamo intenzione di arrenderci, lavoreremo instancabilmente per migliorare il tessuto sociale della nostra comunità e per evitare che episodi del genere si ripetano in futuro.
Bene Sindaco, ha chiesto scusa ma, sarò sincero, per come sono articolate queste presunte sue parole rispetto alla pochezza culturale delle dichiarazioni rilasciate in onda, stento davvero molto a crederle.
Ammesso comunque che il suo pentimento sia sincero (me lo auguro), magari meno arzigogolato di come vuol far credere, mi permetta alcune considerazioni proprio su ciò che è scritto:
Le violenze, gli stupri, i femminicidi non sono mai casi isolati ma una continua sommatoria di un problema sociale che riguarda una comunità ben più ampia di quella lei rappresenta istituzionalmente.
Vede, Sindaco, il mondo intero è fatto di persone per bene, sane, oneste, lavoratrici, ma purtroppo questo non è sufficiente ad arginare un problema che, giorno dopo giorno, continua a imprimere i nomi delle sue vittime in un’interminabile lista che fa orrore.
Quella di Pimonte è una pagina buia sì, una pagina in mezzo a un libro di migliaia e migliaia di pagine di questa nostra storia contemporanea.
Lei che è padre, nonno e insegnante come ha voluto specificare, ha chiesto scusa alla giovane ragazzina e alla sua famiglia per le sue dichiarazioni ma vede, proprio perché padre, nonno e insegnante, forse sarebbe stato più opportuno chiedere scusa per averla lasciata sola, nell’umiliazione, nella vergogna di cui non ha colpa; per non averle stretto calore intorno, regalandole conforto e sostegno, facendola sentire parte della Comunità, difesa dalla Comunità. Proprio come da un padre e da un nonno ci si aspetterebbe.
Pensi, Sindaco, se lei avesse agito oggi tutto questo non ci sarebbe.
Oggi quella ragazzina, sua concittadina, sarebbe più sorridente, si sentirebbe amata e tutelata, difesa e orgogliosa di sentirsi parte della propria Comunità, quella di Pimonte che invece ha dovuto abbandonare nell’indifferenza.
Ecco perché, Sindaco Palummo, le sue scuse oggi non bastano.
Perché lei è padre, nonno e insegnate, parte integrante di quella Comunità e perché di quella stessa Comunità ne è Sindaco, il primo cittadino, il suo rappresentante.
Faccia i conti con la propria coscienza e tragga lei la migliore conclusione possibile.
Al posto suo avrei già firmato senza alcun indugio.