Pernigotti: voci nel vuoto
Mi fa uno strano effetto l’immagine di Di Maio che in strada, tra i dipendenti della Pernigotti, mangia un cioccolatino prodotto nello stabilimento di Novi Ligure dal 1860.
Prima lo alza in modo che tutti possano vederne l’incarto con il marchio, poi lo scarta e lo mangia sorridendo.
Che sia uno di quei supereroi che ha bisogno della sua “pozione”? Un novello Superpippo con la sua nocciolina? Un Braccio di Ferro coi suoi spinaci? Un Obelix con la sua bevanda magica?
Nelle sue parole si sentono tutti gli effetti della trasformazione:
La lotta per la salvezza della Pernigotti è il simbolo della grande battaglia sul made in Italy, da cui nascerà una legge che si chiamerà “legge Pernigotti”, e che nel futuro obbligherà i marchi italiani a produrre sul territorio nazionale .
Pernigotti deve continuare ad esistere e tutti i lavoratori devono conservare il posto. Il ministero per lo Sviluppo Economico e tutto il governo si sta impegnando a garantire tutti gli strumenti affinché ci sia la garanzia che la proprietà faccia sul serio.
Sono fiducioso, il governo è impegnato in una moral suasion verso la proprietà per fargli capire che ha un debito di riconoscenza nei confronti di una comunità che ha creato un marchio conosciuto in tutto il mondo e che può diventare ancora più grande. Al ministero riceviamo tantissime mail e lettere che ci incoraggiano a sostenere la battaglia della Pernigotti. I lavoratori ce la stanno mettendo tutta, altrettanto è e sarà l’impegno del governo.
Queste le promesse di Di Maio in visita a Novi Ligure il 5 gennaio quando le festività natalizie stanno ormai giungendo al termine, ma Pasqua è vicina, non c’e’ tempo da perdere.
Se guardiamo la definizione del dizionario per “moral suasion” troviamo:
Locuzione: | Origine: |
In politica, invito a correggere o rivedere determinate scelte o comportamenti, in genere proveniente da una personalità o da un organismo a cui è unanimemente riconosciuta autorevolezza. “la m. s. svolta dal presidente della repubblica” |
Comp. di moral ‘morale’ e suasion ‘persuasione’ |
Queste parole, questa prova di autorevolezza, non sembrano proprio impressionare il gruppo Toksöz.
Il salvataggio promesso dal vicepremier “supereroe” Luigi Di Maio non è riuscito.
La proprietà turca non ha ceduto il marchio e il 5 febbraio, a un mese esatto da quelle frasi imperative, al Ministero del Lavoro, assente il titolare che ha preferito al faccia a faccia coi lavoratori ormai ex-Pernigotti il controverso viaggio in Francia per incontrare i “gilet gialli”, è stata firmata la cassa integrazione per cessione di attività per la durata di 12 mesi a cui seguirà…il vuoto.
E la “legge Pernigotti”? Direte voi.
Il senatore Federico Fornaro (LeU) il 25 gennaio ha presentato la proposta di legge, denominata “legge Pernigotti”, in materia di salvaguardia dei marchi storici italiani.
Proposta che si può sintetizzare con: “…qualora un imprenditore chiuda l’attività produttiva nel comune in cui è stato registrato il marchio almeno cinquant’anni prima perde il diritto ad usare il marchio stesso…”.
Si lega in maniera giuridica marchio, azienda e territorio.
Se il governo fosse riuscito a predisporre un decreto (e questo sembrava proprio avere un qualche carattere d’urgenza) entro il 5 febbraio, data ultima per prendere decisioni in merito alla Pernigotti, la storia avrebbe avuto un altro epilogo e avremmo potuto organizzare una serata per la “Lettura del Decreto Pernigotti”.
Il finale di questa storia, per ora, riguarda i 92 dipendenti della Pernigotti a cui rimane la cassa integrazione per 12 mesi, mentre restano senza alcun ammortizzatore sociale gli oltre 100 lavoratori in somministrazione, solo la disoccupazione per alcuni mesi, visti i contratti brevi di questa tipologia di lavoratori.
Riguarda anche Rocchino Muliere, sindaco di Novi Ligure, presente al Ministero del Lavoro a Roma, che avrebbe avuto tante cose da dire, ma a cui il Vice Capo di Gabinetto del Ministro (unico rappresentante del governo) non ha dato neppure la parola con una mancanza di rispetto incredibile verso chi rappresentava la comunità a quell’incontro, come descrive lui stesso nel suo post su Facebook.
Dimenticavo, manca il classico “…e allora il PD?” oppure se volete “..è colpa dei governi precedenti!”
Di Maio in un suo post scrive:
Difendersi attaccando è un classico.
Novese di nascita, genovese per amore. Laureata in informatica. Vivo in equilibrio tra il lavoro di formatore, il tentativo di creare software senza errori, la lotta alle ingiustizie sul lavoro e la passione per la storia e condivido tutto con mio marito e mio figlio.
Inguaribile possibilista del Comitato Full Monty di Genova.
Novese di nascita, genovese per amore. Laureata in informatica. Vivo in equilibrio tra il lavoro di formatore, il tentativo di creare software senza errori, la lotta alle ingiustizie sul lavoro e la passione per la storia e condivido tutto con mio marito e mio figlio.
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