Pil, Luca Pastorino: altro dato negativo, subito investimenti
L’Istat ha rilevato che nel secondo trimestre del 2019 il Pil italiano è rimasto invariato rispetto ai tre mesi precedenti ed è diminuito dello 0,1% su base annua.
Luca Pastorino, deputato di èViva e segretario alla presidenza della Camera, commenta questo stato di “stagnazione” con le seguenti dichiarazioni:
Economia e lavoro sono le due priorità ineludibili del prossimo governo.
Bisogna essere determinati su questo aspetto, altrimenti ogni discussione diventa fumo.
Ieri, infatti, l’Istat ha certificato il calo del fatturato e degli ordinativi dell’industria, oggi arrivano cifre negative anche per quanto riguarda l’occupazione.
Fin da subito e’ fondamentale mettere sul tavolo un piano di investimenti, puntando forte sulla green economy, per garantire una robusta crescita al Paese e contrastare la disoccupazione.
Se non si riparte dal lavoro, qualsiasi programma di governo rischia di risultare inefficace.
E quando parlo di occupazione non mi riferisco solo alla quantità, all’aumento dei posti di lavoro: occorre puntare alla qualità, concentrandosi sulla sicurezza dei lavoratori e quindi sulle tutele a ogni livello.
Dopo i dati negativi di ieri (trovate qui le dichiarazioni di Pastorino), oggi si aggiungono quelli sul Pil sui quali l’Istat rileva, confermando la crescita zero in termini congiunturali, mentre è stato rivisto al ribasso il dato tendenziale, che nelle stime diffuse a fine luglio la variazione risultava nulla.
“Prosegue ormai da cinque trimestri la fase di stagnazione, che caratterizza l’economia italiana a partire dal secondo trimestre del 2018”, sottolinea l’Istituto che calcola per l’intero 2019 una crescita acquisita pari a zero (la crescita acquisita è quella che si otterrebbe se i restanti trimestri dell’anno, quindi anche il terzo e il quarto, si chiudessero con una variazione nulla).
L’Istat registra infine una variazione pari a zero dei consumi finali nazionali e una crescita dell’1,9% degli investimenti. Le esportazioni sono cresciute invece dell’1% e le importazioni dell’1,1%.