Russia, esplosione Arkhangelsk: feriti radioattivi, medici non informati
Il Moscow Times ha raccolto le testimonianze dei medici che hanno soccorso i feriti causati dall’incidente accaduto l’8 agosto scorso a Severodvinsk, nel nord della Russia. I medici hanno rivelato che nessuna autorità li ha avvisati che i pazienti erano stati esposti a radiazioni.
Quando i feriti hanno cominciato ad arrivare all’ospedale di Arkhangelsk, i medici non sono stati informati che i pazienti erano radioattivi. “Nessuno disse loro di proteggersi”, ha dichiarato uno dei chirurghi della struttura, intervistato dal Moscow Times.
Dopo lo scoppio, il livello di radioattività nella regione era salito di 20 volte rispetto al normale. La testata scrive che “le autorità russe stanno tenendo le circostanze dell’esplosione avvolte nel mistero“.
Dei medici dell’ospedale, parlando in via anonima, hanno anche riferito che gli specialisti che hanno curato i feriti nell’esplosione hanno ricevuto la richiesta dai servizi FSB di firmare accordi di riservatezza, che impediscono loro di parlare di quanto accaduto.
Hanno specificato che non sono stati costretti a firmare, ma che “pochi” non l’hanno fatto.
Uno dei medici ha anche detto che il personale dell’ospedale è “furioso” per la mancanza di informazioni, che avrebbe potuto danneggiare le persone.
Uno dei medici dell’ospedale, inoltre, ha effettuato test sulla radioattività e gli è stata rilevata contaminazione da Cesio-137 nei tessuti muscolari.
33 anni dopo Černobyl’ ancora quel “vizietto” russo.
L’analogia fra il comportamento tenuto dopo il disastroso incidente di Černobyl’ del 1986 e quello tenuto oggi, 33 anni dopo, in occasione di questo, seppur decisamente di minor entità, fa ben comprendere quanto sia ancora vivo quel vizietto russo di segretare e occultare le informazioni. Ancora oggi, come allora, incuranti della salute e della tutela delle persone che, per qualunque governo, dovrebbero essere in cima a qualsiasi priorità.
Ci sono voluti 2 giorni prima che la State Atomic Energy Corporation Rosatom, l’agenzia nucleare russa, confermasse l’esplosione nella base militare nella regione di Arkhangelsk.
Sebbene questo incidente non sia minimamente paragonabile, in termini di conseguenze ed espansione, a quello di Černobyl’, tracce minuscole di iodio radioattivo sono state registrate dalle centraline della Norvegia, fra il 9 e il 12 agosto, nella regione più a nord confinante con la Russia.
In Italia e nel resto d’Europa, le stazioni di filtrazione dell’aria non hanno rilevato alcuna contaminazione radioattiva.
Dovremmo sentirci “rassicurati” da queste notizie ma, stante i fatti che trapelano dalla Russia, di rassicurante c’è solo una cosa: che la Russia, dopo 33 anni, non ha ancora compreso nulla dagli errori del passato che hanno fatto scrivere una delle pagine più nere della nostra storia contemporanea.