Nuova rampa sopraelevata; una soluzione ci sarebbe, forse due.
A poche ore dall’inaugurazione della nuova rampa di accesso alla Sopraelevata in Via Milano sorge il problema sull’attuale impossibilità di accesso da coloro che sopraggiungono da Via Bruno Buozzi.
Perseverando la logica “del fare”, che in Possibile ha la sua casa naturale, non spendo nemmeno un minuto sulla polemica. Lascio ad altri le discussioni tormentate e, premettendo di non avere le competenze tecniche di chi questa materia la mastica quotidianamente, provo ad ipotizzare una soluzione, anzi due, forse percorribili.
Prima ipotesi:
L’Amministrazione Comunale ha escluso l’ipotesi di raccordare alla grande rotonda un accesso per i veicoli che sopraggiungono da Via B. Buozzi. Certamente ci saranno delle ragioni di cui sono all’oscuro ma, ragionando a senso, trovo che con qualche accorgimento l’ipotesi potrebbe essere invece percorribile. Provo a raffigurarvela con la prima immagine, scusandomi del fatto che non disponendo di software avanzati di elaborazione grafica ci si deve accontentare del fai da te.
Scusandomi ancora per la pessima qualità e precisando che dove ore si vede lo spartitraffico disegnato, oggi lo stesso è costruito in muratura con una pavimentazione rialzata, l’ipotesi che avanzo è quella di eliminare il marciapiede (porzione in blu semi trasparente) attiguo all’attuale stabile ex Cassa Marittima facendo una correzione del raggio di curva per la corsia (forse le corsie) di immissione in Via Milano, in direzione Cantore. La porzione di marciapiede credo sia “sacrificabile” in virtù del fatto che il camminamento pedonale sarebbe comunque garantito dagli ampi portici dello stabile. L’attuale spartitraffico potrebbe essere demolito e ridisegnato come rappresentato in figura, garantendo così la destinazione di una corsia quale accesso alla rotonda e mantenendo, allo stesso tempo, un criterio di sicurezza nell’impedimento a manovre tardive da parte di conducenti distratti.
Nonostante la presenza del cantiere, questa prospettiva ci aiuta (spero) a comprendere meglio i punti su cui intervenire. Come si può vedere l’eliminazione del marciapiede di destra potrebbe essere compensata dalla percorribilità pedonale dei portici a cui, fra l’altro, si può già accedere al termine della ringhiera che vedete nell’angolo in basso a destra. Naturalmente, per ovvie ragioni di sicurezza, dovranno essere installate delle ringhiere di protezione lungo i portici stessi. La correzione del raggio di curva che ne consegue non sembrerebbe essere tale costituire ostacolo per veicoli pesanti (autobus doppi o camion a rimorchio).
Ma se proprio vi fossero in atto impedimenti tali da non consentire questa realizzazione, forse ve ne è una seconda che, seppur più farraginosa, potrebbe comunque risolvere il problema.
Seconda ipotesi:
La seconda ipotesi, anche questa già in parte menzionata su alcuni articoli di stampa, prevederebbe l’immissione dei veicoli nel sottopasso che, biforcandosi al suo interno, porta nel ramo di Via di Francia oppure, tenendosi a sinistra, nel ramo di Via Milano in direzione Lungomare Canepa/Via Albertazzi. Ed è proprio al successivo primo incrocio (ve ne sono due che si susseguono) con Via Albertazzi che si potrebbe ipotizzare un intervento.
In questa ipotesi si potrebbe prendere in considerazione l’introduzione di una rotatoria, di modeste dimensioni, leggermente spostata rispetto all’asse stradale e in corrispondenza del primo incrocio. Questo intervento necessita, senza dubbio, di una diversa collocazione dell’attraversamento pedonale e della rimozione delle aree di sosta su entrambi i lati. I veicoli provenienti dal tunnel, quindi, avrebbero la possibilità di eseguire l’inversione per tornare sulle direttrice in direzione centro. La viabilità, in questo tratto, è regolata da impianti semaforici sia sul primo che sul secondo incrocio e questo, certamente, potrebbe rappresentare un problema. Tuttavia è da considerare il fatto che la convivenza dei tre elementi, rotatoria+semaforo+attraversamento, è già presente nella nostra Città, come nel caso della rotatoria fra Lungobisagno Dalmazia e Via Ponte Carrega (altrimenti detta rotonda Bricoman).
Bene, non mi dilungo oltre e lascio questa bozza a disposizione di chi, se lo vorrà, potrà in maniera competente e professionale appurarne la fattibilità e realizzare un progetto certamente più dettagliato.
Come si dice: ai posteri l’ardua sentenza.