Caro carburanti: allo Stato (irresponsabile) andranno 2,2 mld di euro fra esodo e controesodo
Il prezzo della benzina continua a salire. Così, tra esodo e controesodo estivo, lo Stato tra le accise e l’Iva incasserebbe 2,27 miliardi.
Ipotizzando 15 milioni di autovetture benzina-gasolio in circolazione sulle autostrade e una media di 3 pieni solo per gli spostamenti e successivo ritorno, si stima che lo Stato incassi 2.275.875.000 euro grazie alla tassazione sui carburanti (media tra tasse benzina/gasolio: 1.513.125.000 a titolo di accise, 762.750.000 a titolo di Iva).
La stima è di Assoutenti che chiede al governo un intervento immediato. Molti i dubbi sulla validità dei nuovi cartelloni con i prezzi medi.
Iva e accise pesano oggi per il 55,6% su un litro di benzina e per il 51,8% sul gasolio.
Considerando il prezzo medio dei carburanti della settimana dal 7 al 13 agosto fornito dal Mase (1,939 euro/litro la benzina, 1,827 euro/litro il gasolio) gli italiani pagano su ogni litro di verde ben 1,077 euro di tasse: 0,728 euro a titolo di accisa, oltre 0,349 euro per l’Iva.
Sul gasolio la tassazione pesa per circa 0,946 euro al litro: 0,617 per le accise, 0,329 euro per l’Iva. Intanto i prezzi della verde e degli altri carburanti hanno continuato a salire repentinamente nel corso degli ultimi giorni sfondando anche quota 2 euro al litro per il self service in autostrada, quello più gettonato dai vacanzieri e arrivando fino alla cifra record di 2,7 euro sull’A8.
Situazioni analoghe si trovano anche nel resto d’Europa con la Francia, ad esempio, che tallona l’Italia sui 2 euro al litro.
Scarso quindi secondo i consumatori l’impatto della misura del governo che, con il decreto trasparenza, ha imposto ai gestori di esporre il prezzo medio dei carburanti.
“Il governo deve attivarsi introducendo meccanismi automatici di riduzione di iva e accise su benzina e gasolio in occasione dell’ incremento dei prezzi industriali, – dice il presidente di Assoutenti Furio Truzzi – in modo da alleggerire la spesa degli italiani sia per i rifornimenti, sia per quei prodotti come gli alimentari che risentono dei maggiori costi di trasporto. Intanto chiediamo un intervento urgente al governo Meloni affinché si utilizzino gli extraprofitti garantiti in questi giorni dalle tasse sui carburanti per tagliare subito le accise su benzina e gasolio, al pari di quanto fatto dal precedente esecutivo Draghi. Serve infine una indagine approfondita sulla formazione dei prezzi dei carburanti dall’estrazione, alla vendita fino alla pompa, passaggi dove si nasconde la vera speculazione”.
Il Commento:
Eppure, la riduzione delle accise, era la promessa principale della campagna elettorale di Giorgia Meloni, così come lo era stata, prima ancora, in quella di Salvini che addirittura ne prometteva la totale eliminazione.
E, invece, da quando la stessa Meloni è al Governo, non solo nessun provvedimento è mai stato avviato ma, addirittura, una delle prime azioni è stata proprio quella di non rinnovare il provvedimento attuato dal precedente governo Draghi sul taglio delle accise.
Così facendo, in un momento in cui i prezzi dei carburanti sono fuori controllo, l’atteggiamento del Governo è totalmente irresponsabile per più di una ragione.
Il caro carburanti, infatti, incide pesantemente anche sulla filiera dei trasporti e della distribuzione delle materie prime, dei generi alimentari, delle lavorazioni.
A dimostrazione di ciò l’aumento indiscriminato di pane, pasta, latte, frutta e verdura che, in maniera irragionevole, pesano enormemente nelle tasche delle famiglie.
Stiamo parlando di generi di prima necessità. Stiamo parlando di milioni di famiglie.