#Buccimeraviglioso e “il Tram degli specchi”
Ecco come ci si arrampica sugli specchi, non solo con le unghie ma anche con i denti, pur di “giustificare” un improvviso cambio di rotta e di promesse infrante. Questo è “il Tram degli specchi“.
No, non ci sto per nulla. Non è un problema di cantieri, di tempi, di costi. È piuttosto un problema di “voti”, di “consensi”, verso i quali la paura fa 90 e verso i quali una “pillola palliativa” è senza dubbio più facile da somministrare. Ma resta palliativa, non risolutiva.
A prescindere dal fatto che sarebbe impensabile avviare 4 cantieri simultanei in tutta la città e, ancor più, riuscire a coprirli finanziariamente con solo 600 milioni, ma che sarebbero comunque necessari più lotti di cantiere e di finanziamento basati, però, su una progettazione d’insieme chiara e univoca fin dal principio, va da sé che l’impatto iniziale di un cantiere per la linea tranviaria genererebbe iniziali malumori e conflitti di natura popolare e che ad essi si dovrebbero inizialmente concentrare gli sforzi “diplomatici” dell’amministrazione per contenerli.
Ad una amministrazione seria e con una visione determinata tutto ciò non importerebbe nulla; ma ad un’amministrazione che pensa solo al “fine elettorale” è ben diverso, quanto triste.
Comunque, tornando al discorso precedente, i malumori sarebbero parte di un processo più che naturale; è avvenuto in tutte le occasioni (e sono tante) in cui le amministrazioni cittadine hanno introdotto o reintrodotto le linee tranviarie. Ma, ovunque, è stata solo una parentesi chiusasi immediatamente dopo l’accorgersi dei benefici inaspettati prodotti da questo tipo di opera. E sono molti, gli abbiamo già più volte descritti.
Ma se proprio – e dico proprio – volessimo evitare le faticose mediazioni allora (e qui fate attenzione al giochetto strategico quanto malato della giunta Bucci) la soluzione sarebbe davvero semplice.
Fra le quattro “linee di forza” ce ne è una che, per sua natura, riduce al minimo il suo impatto. È quella del levante; che percorrerebbe il suo tragitto su una sede protetta già esistente per oltre l’80%: si chiama C.so Europa.
Lì non ci sarebbero negozi, posteggi regolari (o doppie file) da garantire. E ci sarebbero pochi confronti da dover fare con residenti e negozianti.
Ma questo, fateci caso, non lo dicono. La strategia è quella di tenere aperta la porta della Valbisagno (strategia ignobile e di zero rispetto per le reali necessità di quest’area cittadina e dei servizi di cui ha disperato bisogno) fino all’ultimo, fino al minuto zero, per poi propinarci che ci si è provato con ogni sforzo; perché un “tentativo” andava fatto.
Quel “fare”, non dimenticatelo, è già prestabilito.
No, non ci sto a questo giochetto falso e ipocrita di far credere alle persone che “ogni sforzo” è stato fatto in quella direzione, che ce l’avete messa tutta per andarci ma che vi siete dovuti “arrendere” rispetto alle vostre intenzioni quando la verità è una e una soltanto: volevate già fosse così e ci avete propinato solo fuffa.
Ancora una volta nascondendo biecamente nel nome “del fare” l’unico scopo che davvero vi interessa: quello elettorale.
#Buccimeraviglioso sta dando prova di quel magico castello che ha voluto costruire; tanto bello di facciata quanto fragile e decadente al suo interno.