Coronavirus, Tokyo 2020: Primo ministro Giappone ipotizza il rinvio
Il primo ministro del Giappone, Shinzo Abe, ha fatto riferimento oggi, per la prima volta, all’ipotesi di rinviare le Olimpiadi estive di Tokyo alla luce della pandemia di coronavirus, un giorno dopo l’annuncio da parte del Comitato olimpico internazionale (Cio) riguardo lo studio di vari piani operativi per i Giochi, che contemplano anche l’ipotesi di un posticipo.
Abe, che sino a ieri ha insistito di voler procedere a ospitare l’evento nella sua “forma completa”, come da programma, ha preso atto delle crescenti difficoltà causate dal contesto di crisi globale.
“Se sarà difficile organizzare i giochi in questo modo, dovremo decidere di rinviare, dando la priorità alla salute degli atleti”, ha detto il premier durante una sessione parlamentare nella giornata di oggi.
“Anche se la decisione definitiva spetterà al Cio, concordiamo che la cancellazione non è un’opzione percorribile”, ha aggiunto Abe.
La scorsa settimana, il primo ministro del Giappone ha dichiarato agli altri leader del Gruppo delle 7 maggiori economie globali di non avere ancora assunto una decisione in merito all’eventuale rinvio delle Olimpiadi estive di Tokyo.
I leader del G-7 hanno tenuto una videoconferenza questa settimana, ed hanno espresso il loro sostegno al rispetto del programma “completo” dei Giochi, in programma dalla fine di luglio ma minacciati dalla pandemia del nuovo coronavirus.
La dichiarazione di Abe, che non ha voluto rivelare se dai suoi interlocutori sia giunto il suggerimento di rinviare i Giochi, giunge mentre in Giappone cresce la sfiducia in merito alla possibilità di procedere con l’evento secondo il programma.
Il ministro per le Olimpiadi, Seiko Hashimoto, ha precisato che il riferimento di Abe al programma “completo” dei giochi è da intendersi come la conduzione delle Olimpiadi secondo le tempistiche e il calendario programmati, e con la presenza di spettatori sugli spalti.
Il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), Thomas Bach, ha tenuto mercoledì 18 marzo una conferenza telefonica “costruttiva” con i rappresentanti di 220 atleti internazionali, in merito alle incerte prospettive delle Olimpiadi di Tokyo 2020 e alla minaccia rappresentata dalla pandemia di coronavirus.
Bach ha ammesso di aver dovuto fronteggiare molteplici dubbi, dopo che numerosi atleti di primo piano hanno criticato pubblicamente la decisione del Cio di proseguire con il programma originale dell’evento, nonostante la gravissima situazione di emergenza globale in atto.
“Siamo stati molto costruttivi nel valutare il percorso verso Tokyo, e tutti hanno compreso che abbiamo ancora quattro mesi di tempo.
Intendiamo continuare ad essere molto realistici nella nostra analisi”.
Tra i vertici del Cio serpeggia però il dubbio, e diversi rappresentanti dell’organizzazione hanno ammesso che non esiste soluzione “ideale” di fronte alle preoccupazioni crescenti di atleti e opinioni pubbliche.
I tentativi del Giappone di salvare i progetti per le Olimpiadi estive di Tokyo, in programma dalla fine di luglio, hanno registrato martedì la prima presa di posizione contraria a livello internazionale.
Un membro canadese del Comitato olimpico internazionale (Cio) ha accusato ieri l’organizzazione di essere “insensibile e irresponsabile” per non aver ancora preso atto della crisi sanitaria globale, portando avanti senza alcun ripensamento i piani per l’evento.
Hayley Wickenheiser, ex atleta olimpica vincitrice di quattro medaglie d’oro nell’hockey sul ghiaccio femminile, ha scritto sul proprio profilo Twitter che “questa crisi è più grande delle Olimpiadi”.
“Gli atleti non possono allenarsi. I partecipanti non possono fare piani per il viaggio”, ha aggiunto Wickenheiser, che è membro della commissione atleti del Cio.
“Credo che da parte del Cio, insistere e andare avanti (…) sia insensibile e irresponsabile dato lo stato dell’umanità. Non sappiamo cosa accadrà tra 24 ore, figurarsi tra tre mesi” .
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