Il 30 giugno 1960 capitò qualcosa che unì la parte più sana della popolazione: la rivolta contro il congresso fascista a Genova e contro il Governo Tambroni sostenuto dal MSI.
Allora capimmo da che parte schierarci e a difesa di quali valori fondamentali. La memoria di quanto successe allora ci serva da esempio anche per l’oggi.
Perché in tutta Italia, come anche a Genova, sono aumentate le provocazioni, le aggressioni, fino all’omicidio, da parte di neofascisti, razzisti omofobi e xenofobi.
Perché si rafforzano le organizzazioni politiche populiste e nazionaliste, che occupano il potere di Governi e Giunte e forniscono agibilità agli squadristi.
A Genova le giunte di Toti e di Bucci, infatti, hanno legittimato, difeso e/o patrocinato gli atti dei fascisti, si chiamino CasaPound, ForzaNuova o Lealtà&Azione.
Nel frattempo la repressione viene usata per colpire chi si oppone alla crescita dei fascismi; chi lotta sul luogo di lavoro; chi lotta nelle mobilitazioni sociali e si oppone alle grandi opere della speculazione, al saccheggio e alla devastazione di interi territori in nome del profitto, alle organizzazioni mafiose e alle politiche di generale aggressione alle condizioni degli sfruttati e di discriminazione degli oppressi e delle oppresse: lavoratrici/tori e precarie/i, disoccupate/i, immigrate/i, persone LGBTQI.
Denunce, licenziamenti, multe, processi, daspo urbani, fogli di via sono i principali strumenti usati sino ad ora e minacciano di peggiorare se venisse approvato il Decreto Sicurezza Bis che prevede pene detentive fino a 4 anni di carcere per chi durante manifestazioni pubbliche lanci o possegga oggetti come bastoni, fumogeni e petardi.
I neofascisti, nel frattempo, alimentano razzismo, xenofobia, omofobia, modelli patriarcali e repressivi, ideologie di guerra, e guerre tra poveri, dove gli unici vincitori sono i ricchi e gli sfruttatori.
Per questo facciamo appello a una mobilitazione unitaria e plurale, in cui tutte le anime dell’antifascismo possano esprimersi nel rispetto reciproco e delle varie differenze.
Per un movimento antifascista che promuova il fronte unico di massa e di classe, per colpire uniti la minaccia neo-fascista e le politiche portate avanti dai mandanti politici degli squadristi: banchieri, padroni, speculatori e partiti di governo.
Per un antifascismo di lotta, di classe, di massa, riprendiamo gli insegnamenti del 30 Giugno 1960! Appuntamento a Genova il 30 Giugno 2019 in Piazza Alimonda alle 17
Il 30 giugno 1960 capitò qualcosa che unì la parte più sana della popolazione: la rivolta contro il congresso fascista a Genova e contro il Governo Tambroni sostenuto dal MSI.
Allora capimmo da che parte schierarci e a difesa di quali valori fondamentali. La memoria di quanto successe allora ci serva da esempio anche per l’oggi.
Perché in tutta Italia, come anche a Genova, sono aumentate le provocazioni, le aggressioni, fino all’omicidio, da parte di neofascisti, razzisti omofobi e xenofobi.
Perché si rafforzano le organizzazioni politiche populiste e nazionaliste, che occupano il potere di Governi e Giunte e forniscono agibilità agli squadristi.
A Genova le giunte di Toti e di Bucci, infatti, hanno legittimato, difeso e/o patrocinato gli atti dei fascisti, si chiamino CasaPound, ForzaNuova o Lealtà&Azione.
Nel frattempo la repressione viene usata per colpire chi si oppone alla crescita dei fascismi; chi lotta sul luogo di lavoro; chi lotta nelle mobilitazioni sociali e si oppone alle grandi opere della speculazione, al saccheggio e alla devastazione di interi territori in nome del profitto, alle organizzazioni mafiose e alle politiche di generale aggressione alle condizioni degli sfruttati e di discriminazione degli oppressi e delle oppresse: lavoratrici/tori e precarie/i, disoccupate/i, immigrate/i, persone LGBTQI.
Denunce, licenziamenti, multe, processi, daspo urbani, fogli di via sono i principali strumenti usati sino ad ora e minacciano di peggiorare se venisse approvato il Decreto Sicurezza Bis che prevede pene detentive fino a 4 anni di carcere per chi durante manifestazioni pubbliche lanci o possegga oggetti come bastoni, fumogeni e petardi.
I neofascisti, nel frattempo, alimentano razzismo, xenofobia, omofobia, modelli patriarcali e repressivi, ideologie di guerra, e guerre tra poveri, dove gli unici vincitori sono i ricchi e gli sfruttatori.
Per questo facciamo appello a una mobilitazione unitaria e plurale, in cui tutte le anime dell’antifascismo possano esprimersi nel rispetto reciproco e delle varie differenze.
Per un movimento antifascista che promuova il fronte unico di massa e di classe, per colpire uniti la minaccia neo-fascista e le politiche portate avanti dai mandanti politici degli squadristi: banchieri, padroni, speculatori e partiti di governo.
Per un antifascismo di lotta, di classe, di massa, riprendiamo gli insegnamenti del 30 Giugno 1960!
Appuntamento a Genova il 30 Giugno 2019 in Piazza Alimonda alle 17
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Organizzatore
Luogo
Genova, 16129 Italia + Google Maps