Il Mise riapra i tavoli o Whirlpool fa da sola (e fa danno)
L’azienda ha inviato oggi alle sigle sindacali la convocazione a Roma per il 16 settembre, approfittando della latitanza del Mise.
Come già più volte detto, sono 160 i tavoli rimasti “sospesi” al Mise e, fra questi, anche quello riguardo alla trattativa Whirlpool in merito allo stabilimento produttivo di Napoli, la cui ultima convocazione risale al primo agosto.
Approfittando di questa fase in cui il nuovo governo si accinge ad orientarsi nei propri compiti, Whirlpool ha ben pensato di inviare la convocazione alle sigle sindacali per, si legge nella nota, “condividere importanti aggiornamenti relativi allo stabilimento di Napoli.“
Il colosso degli elettrodomestici precisa “a oltre un mese di distanza dall’ultimo incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico, tenutosi lo scorso 1 agosto, e data l’assenza di una prossima convocazione del tavolo in sede ministeriale, l’Azienda ritiene necessario proseguire nel percorso di confronto con le parti sociali, al fine di dare al più presto un futuro sostenibile ai 410 lavoratori di Napoli”.
Ma c’è un timore, forte e fondato, che questa operazione sia volta unicamente ad assumere decisioni unilaterali e che, in assenza del Mise, la multinazionale voglia portare avanti la dismissione definitiva dell’impianto produttivo.
Anche le sigle sindacali Fim-Fiom-Uilm, in un comunicato congiunto, dichiarano di avere gli stessi timori e chiedono al Ministero dello Sviluppo economico “di ripristinare urgentemente il tavolo Whirlpool, prima che sia troppo tardi. Come sindacato non vogliamo rinunciare al tavolo istituzionale né possiamo accettare che il Governo si defili in una vertenza così importante in cui le scelte delle istituzioni nel bene o nel male sono evidentemente determinanti”.
E aggiungono ” il protrarsi della inerzia da parte del Ministero dello Sviluppo economico sarebbe imperdonabile e probabilmente avrebbe esiti irreparabili”.
Occorre dunque che si riparta, subito e facendo bene, perché le crisi aperte sono molte e perché in ballo ci sono, ovviamente, migliaia di posti di lavoro e il serio rischio di una crisi industriale nel nostro Paese che non possiamo assolutamente permetterci.
Si riparta subito e si stoppi immediatamente l’iniziativa di Whirlpool, riconducendola ad un corretto e leale confronto con tutte le parti.
Altrimenti fa da sola e fa danno.