Muoio di fame! “Che fa, concilia?” A Genova, in un cassonetto, il Daspo della vergogna.
Dentro a un cassonetto c’è buio, un fondo scuro. Pare impenetrabile.
Dentro un cassonetto c’è il baratro della propria dignità che mai, dico mai, ci si aspetterebbe nella vita.
Perché nessuna persona immagina una vita che costringa le proprie speranze, le proprie aspettative, al doversi addentrare in quel buio alla ricerca di un avanzo di cibo, freddo, deteriorato, in parte masticato, forse marcio.
Il cassonetto, strumento del “decoro urbano”. Spesso maleodorante, non ci importa nemmeno del suo aspetto, figuriamoci del suo contenuto.
Ci interessa averlo vicino, comodo, questo sì.
Vicino ma non troppo in vista perché, un cassonetto, resta pur sempre un cassonetto e non è mai un bel vedere. Anche se fosse il cassonetto più bello del mondo. Per noi.
Ma la povertà, quella estrema, affina i propri sensi.
Separa ciò che per noi è interamente maleodorante fiutandovi un vago odore che si richiama a qualcosa di lontanamente commestibile.
E’ come una guida, a volte, che ti permette di orientarti; in quel buio.
Un buio che, nonostante tutto, non nasconde la vergogna che provi; non allenta la morsa di quel senso di sconfitta, che ti lacera, da dentro.
E’ la povertà, appunto, è la disperazione.
E se può sembrare che di questa povertà, di questa disperazione, il prezzo sia già alto in verità così non è. A Genova.
A Genova, l’Assessore Garassino e il suo Comune, sono riusciti a dare un “plus valore” a qualcosa che, paradossalmente, non vale più nulla.
Nel nome del “decoro urbano“, ma con “umanità” come lui stesso ha dichiarato.
“Cum grano salis“, ha detto.
Quel pizzico di sale che tanto basta per insaporire una pietanza, magari calda, da offrire con mano tesa a chi non può più permettersela.
Ma qui, di salato, c’è solo il conto. 200 euro, con “umanità”. E digiuno.
Un Daspo del decoro urbano “ma che applicheremo con criterio e con rispetto nei confronti delle persone indigenti“, ha detto, ancora, Garassino.
Una mano tesa, ma pietosa. Questa la soluzione alla povertà; l’ammenda.
Perché essere poveri è una contravvenzione.
Povertà perdonaci se puoi, ma devi capire che in questo mondo tutto ha un prezzo. Ogni posto ha un prezzo; anche se quel posto è buio.
E’ che ci aspettano tempi bui, ancora più bui di un cassonetto.
Con “umanità”.