Uno vale uno finché Uno non decide diversamente
“Uno vale uno” non è solo uno slogan ma un vero e proprio “dogma” per il Movimento Cinque Stelle e non nascondo che, concettualmente, abbia un valore decisamente democratico. Decisamente, appunto, fino a quando a Uno la decisione non piace e allora non c’è valore che tenga, non c’è uno che valga uno ma Uno che vale tutti.
E’ la dinamica accaduta questa mattina (presto) con la decisione di Beppe Grillo (Uno) di invalidare il voto sulle cosiddette “comunarie di Genova” che avevano proclamato Marika Cassimatis la candidata Sindaco di Genova per il Movimento, sconfiggendo a colpi di voti on line l’avversario Luca Pirondini su cui, non è certo un segreto, sia Grillo che la Salvatore puntavano tutto. E, infatti, il responso democratico della piattaforma ha scatenato immediatamente ire e polemiche a partire proprio dalla Salvatore seguita, ovviamente, dallo stesso Pirondini.
Così dopo un gioco di frecciate, sempre più affilate, si è arrivati alla decisione finale di invalidare tutto in nome di un ruolo di “garante” ricoperto, appunto, dallo stesso Beppe.
Tutto questo avviene perché la polemica nasce dalla denuncia di Pirondini e altri esponenti del Movimento i quali hanno da subito contestato la votazione in quanto alla stessa avrebbero partecipato iscritti che, in realtà, non sono più ideologicamente vicini al Movimento rendendosi “traditori” di principi e valori in esso fondanti.
Fino a qui, escludendo il fatto che ancora non sono rese pubbliche le documentazioni probatorie che Grillo dice di avere in mano raccomandandosi alla “fiducia” da parte dei suoi adepti, tutto potrebbe quasi andare bene. Quasi, perché l’altro dubbio che mi sorge spontaneo è: perché non aver preso tutte le dovute precauzioni prima di procedere alla votazione? Perché fatta così, parlando chiaro, l’impressione è molto vicina alla tesi dell’aver voluto che tutto seguisse uno schema già pianificato. Ma non è affar mio.
Quello che a me interessa è come questo “pacchetto” sembri confezionato ad arte nella parte finale in cui, nel proclama mattutino di Grillo, si richiama ad una nuova votazione on line nella quale si deciderà solo su due opzioni: la proclamazione di Pirondini quale candidato sindaco o il ritiro e la non partecipazione del Movimento alle prossime amministrative genovesi.
Quindi, in soldoni, o il popolo 5S vota il candidato scelto da Uno oppure non resta altro che esercitare l’uno vale uno in un’unica direzione, quella di ritirare tutto il Movimento. Alla fine l’unico elemento centrale di questa vicenda è uno; il problema è identificare se l’uno che vale uno e se l’Uno che vale per tutti. E questo, democraticamente, lo stanno decidendo in queste ore, on line.
Solo che di democrazia non si può proprio parlare, scusatemi. Semmai si potrebbe parlare di “deriva autoritaria” di un uomo solo al comando che l’arte del “comunicare” lo accomuna ad un’altro recentemente caduto e che da “reggente” vuole garantirsi ciò che vuole oppure, democraticamente, non se ne fa nulla.
Quel “io voto” nell’immagine del blog di Grillo lascia qualche perplessità interpretativa.
E’ che tutto questo mi ricorda fatti già successi oltre settantanni fa. Lo ricorda solo a me?
Uno vale uno: cala il sipario! - Roberto Schenone
10 Aprile 2017 @ 12:12
[…] ore fa è calato il sipario sullo spettacolo “Uno vale uno finché uno non decide diversamente“ e, questa volta, è stato un giudice a rimettere le cose a posto. Il caso eclatante di poche […]