Nodo S. Benigno: fermare sperimentazione e rivedere tutto.
La sperimentazione della chiusura della rampa d’accesso alla sopraelevata di Via Cantore, per verificare l’impatto che questa soluzione avrà con la realizzazione del nuovo nodo veicolare di S. Benigno, è in questi giorni al centro del dibattito locale.
Una sperimentazione che, a mio modesto parere, potrebbe anche terminare qui, dal momento che i risultati ottenuti in questi pochissimi giorni sono tali da far comprendere a chiunque quanto sia vulnerabile l’equilibrio dei flussi veicolari cittadini.
Appare lampante che l’ipotesi di una definitiva rimozione di questa rampa potrebbe far collassare irreparabilmente non solo il flusso veicolare privato ma anche quello pubblico, per il quale nemmeno le corsie preferenziali nella direttrice di Via Cantore lo salverebbero dalla congestione.
E sarebbe sbagliato, anche, pensare che una volta completata la nuova “strada a mare”, la Guido Rossa per capirci, questa potrà dare sollievo ai flussi congiuntamente al nuovo nodo S. Benigno. Perché questa direttrice non riguarderebbe né il quartiere di Sampierdarena né tutta la parte della bassa Valpolcevera.
E’ quindi indispensabile fermarsi, ora, e rimettere seriamente in discussione una variante al progetto del nodo di S. Benigno dove si comprenda il mantenimento della rampa di Via Cantore.
Rivedere un progetto di questa portata non significa stravolgere le necessità, soprattutto di Autostrade, di un nodo più funzionale nella zona di S. Benigno ma di far sì che lo stesso possa essere calato nella realtà mantenendo il più possibile stabili i delicati equilibri di una rete viaria piuttosto complicata come quella di Genova.
E’ dovere primario dell’Amministrazione comunale far sì che tali equilibri non siano destabilizzati a totale discapito dei cittadini e della viabilità locale.
La nuova rampa di S. Benigno, da sola, non è sufficiente a distribuire i flussi di traffico di quella zona e lo sarà ancora meno quando sarà terminato il nuovo nodo se questo non subirà la variante con il mantenimento della rampa di Via Cantore.
E a proposito della rampa di S. Benigno mi preme ricordare che è ancora pendente la questione di come risolvere il problema del suo accesso per il traffico proveniente da Via Buozzi; problema che anch’esso fu sotto i riflettori e che, una volta spenti, non è mai stato risolto (di possibili soluzioni ne parlai qui).
Chiudo rinnovando l’invito al Comune di Genova di prendere atto dei risultati di questi pochi giorni di sperimentazione, di sospenderla e di avviare una nuova discussione con tutte le parti interessate augurandomi che dalla stessa emerga, finalmente, la variante al progetto del nodo di S. Benigno con il mantenimento della rampa Cantore.