Uno vale uno: cala il sipario!
Poche ore fa è calato il sipario sullo spettacolo “Uno vale uno finché uno non decide diversamente“ e, questa volta, è stato un giudice a rimettere le cose a posto. Il caso eclatante di poche settimane fa in cui Beppe Grillo escluse Marika Cassimatis dalla corsa elettorale per Genova, invalidandone l’individuazione voluta e votata dalla rete (il famoso sistema Russeau), si è concluso (almeno per ora) questa mattina in tribunale dove il giudice, a sua volta, ha invalidato la decisione di Grillo.
Evidentemente, il giudice, non si è fidato…
D’altronde se già era evidente che la vicenda era frutto di una deriva autoritaria, tutti gli ingredienti aggiunti dallo stesso Grillo successivamente non hanno fatto altro che risaltare ancor di più il sapore amaro di un valore tradito: la partecipazione.
Succede, caro Beppe; succede quando si è talmente abituati a gridare da non sentire più le voci del coro.
Succede, quando ci si abitua ad affrontare le cose con superficialità e approssimazione.
Succede, quando si pestano i piedi perché, come per i bambini, si vuole a tutti i costi “quel giocattolo”; solo che l’attenuante dell’esser bambini è decaduta già da troppo tempo.
Succede, quando si proclama democrazia e onestà ma con la volontà di far prevalere regole proprie a quelle degli stessi valori.
Succede caro Beppe, ma la verità è che non dovrebbe succedere e non dovrebbe essere un tribunale a fartelo capire.
Ti sarebbe bastato ricordare una semplice regola teatrale: se il protagonista e la sua spalla non seguono lo stesso tempo, le battute non vengono colte, il personaggio sbiadisce, lo spettacolo non è stimolante: cala il sipario.
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