Turchia: quando piccole differenze causano danni enormi
Il Referendum Costituzionale di Erdogan ha cambiato il volto della Turchia, radicalmente.
Differenze minime fra il 51,3% dei Sì e il 48,7% dei No che producono danni enormi con l’introduzione di un sistema di Governo totalmente “autarchico” e che prende le distanze da quell’idea di Repubblica laica, democratica, candidata ad entrare nell’UE.
Ecco i punti fondamentali del cambiamento:
- Si abolisce la carica di Primo Ministro e si introduce la carica di Vice Presidente;
- Il Presidente è sia Capo di Stato che di Governo e nomina ministri e alti funzionari senza consultare il Parlamento;
- Il Presidente ha il potere di redigere il budget, di nominare i Giudici (o respingerne le nomine), di attuare le leggi per decreto;
- Il Presidente nomina i Rettori universitari;
- Il Presidente (e solo lui) può annunciare lo stato di emergenza, revocare il Parlamento, limitare sospendere o limitare i più fondamentali diritti civili e di libertà.
Questo “illimitato” potere scatterà dal 2019, all’entrata in vigore della nuova Costituzione, con l’iniziale mandato di 5 anni, rinnovabile per altri cinque, prolungabile di ulteriori cinque in caso di scioglimento anticipato del Parlamento.
Considerato che Erdogan è “in sella”alla Turchia dal 2002, non solo il potere diviene illimitato ma c’è anche il forte rischio che illimitata diventi la longevità di chi lo esercita.
Ma gli effetti dell’illimitato potere di Erdogan, che già erano difficilmente arginabili prima, si riflettono nelle dichiarazioni e nell’atteggiamento dello stesso Erdogan, non solo di fronte alle accuse degli oppositori che denunciano brogli e irregolarità nelle operazioni di voto e di scrutinio ma anche di fronte alla valutazione finale degli osservatori OSCE.
In tutto questo sono solo uno spettatore ma non posso non osservare che in un giorno, in un solo giorno, si sono demoliti faticosi progressi decennali di un Paese e il Mondo intero ha perso un pezzo di democrazia.
Piccole differenze che causano danni enormi.