Governo, WWF: serve Ministero transizione ecologica e sostenibilità
Si potrebbe lanciale un segnale importante di innovazione istituzionale.
Il Wwf chiede che quello che il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte ha chiamato Governo della “novita” imprima una svolta significativa, a cominciare dallo stesso assetto dell’esecutivo, superando gli attuali limiti istituzionali del ministero dell’Ambiente e dando vita ad un ministero che si occupi della transizione ecologica e della sostenibilità, come e’ già avvenuto in Francia, mantenendo l’impegno assunto da tutte le maggiori forze politiche (compresi M5S e PD) durante la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento del 2018, che hanno sottoscritto “Il Patto per l’Ecologia” promosso dall’associazione.
Il governo italiano potrebbe lanciare, così, un segnale importante di innovazione istituzionale proprio nel momento in cui l’Italia è al centro dell’attenzione dei paesi più avanzati su scala mondiale ed europea e nell’ambito della prossima Assembla Generale dell’ONU (UNGA 74).
A partire dal 23 settembre, con il Summit sul Clima, si discuterà di come integrare le politiche globali sui cambiamenti climatici, lo sviluppo sostenibile e la conservazione della biodiversità per salvare il Pianeta, grazie ala definizione di un “New Deal for Nature and People”.
Ma per affrontare adeguatamente le sfide che si pongono a livello internazionale ed interno, bisogna che il nuovo Ministero acquisti quella centralità e importanza che è mancata in questi 30 anni (la legge istitutiva dell’attuale Ministero dell’Ambiente è del 1986), anche a causa della progressiva riduzione del budget assegnato a questo dicastero di un miliardo di euro in poco più di 10 anni (da 1,650 mld del 2008 agli attuali 650 mln) e di un quadro organico precario con 553 dipendenti, trasferiti da altre amministrazioni nel corso del tempo, e circa 500 addetti forniti dalla società in house.
Il Wwf quindi chiede di “dare vita ad un ministero più forte rinnovato che risponda con deleghe e strumenti adeguati alle sfide globali e alle domande sempre più puntuali in campo ambientale da parte dei/delle cittadini/e, delle imprese e del terzo settore”.
L’Italia, paese del G7, “ha bisogno di un ministero che punti alla conversione ecologica dell’economia, come scelta competitiva su scala globale ed europea per migliorare l’efficienza e l’innovazione del sistema e che assicuri il benessere dei cittadini e garantisca un futuro al nostro capitale naturale e ai beni comuni (materiali e immateriali)”.
Un ministero che operi tenendo in considerazione la complessità e l’interconnessione delle problematiche ambientali che sono all’ordine del giorno del dibattito internazionale sul “New Deal for Nature and People”.
Proprio qualche giorno fa, anche Rossella Muroni, in linea con quanto oggi chiede il WWF, ha parlato di ministero dello Sviluppo sostenibile . Lo potete leggere qui.