Tombato il sottopasso Cadorna; la vision mancata di una metropoli.
Ora che lo storico sottopasso Cadorna è stato definitivamente tombato possiamo stare tranquilli. Noi siamo più bravi; abbiamo capito tutto, soprattutto di non essere in grado di avere una “vision” che una metropoli invece dovrebbe avere.
L’hanno ribattezzato “il sottopasso della vergogna” ma, domando, vergogna di chi?
Mia? No di certo.
Dei genovesi? Devo ancora incontrare un concittadino o concittadina che si vergogni di quel (fu) sottopassaggio.
Anzi, a dirla tutta, dalle persone con cui ho avuto occasione di parlarne ho sempre appurato un senso di rammarico nell’impossibilità di tornare ad utilizzare quel comodo sottopasso che, oltre a garantire una certa sicurezza nel bypassare uno degli incroci maggiormente trafficati, offriva anche l’occasione per dare uno sguardo a vetrine e magari di fare un ultimo acquisto prima di risalire in superficie per prendere il proprio autobus o proseguire per la propria direzione.
Ma il sottopasso Cadorna era anche luogo di incontri, occasionali.
Perché, come si dice, il mondo è piccolo e così come facilmente può capitare di incontrarsi casualmente in luoghi impensabili, ancora più facilmente questo accadeva in un crocevia nel quale le proprie direzioni erano costrette a convergere in uno snodo centrale.
E allora, come in un “luogo a parte”, accadeva spesso di incontrarsi, di salutarsi, di sospendere per qualche minuto la quotidiana frenesia per scambiare due chiacchiere con chi, magari, era da tempo che non si incontrava.
Capitava anche, scoprendo di essere nella stessa direzione, di condividere insieme parte del proprio cammino proseguendo i propri discorsi, magari anche con una sosta non programmata per prendersi un caffè.
Capitava, ancora, che in una giornata piovosa quello diventasse il luogo di comodo per un appuntamento.
Ma, allora, vergogna di chi?
Semplice:
Di chi ha avuto sei anni per mettere allo studio un progetto di recupero, messa in sicurezza e sviluppo di un rinnovato sottopasso Cadorna.
Di chi, occupandosi di commercio, avrebbe potuto mettere in relazione un “project financing” ad un progetto di ampliamento del sottopasso, coniugando la sostenibilità del progetto stesso ad un ancor più efficiente strumento di collegamento per la comunità. Per comprendere cosa intendo, senza annoiarvi troppo ora, vi invito a leggere il mio precedente articolo sui sottopassi che trovate qui.
Di chi, occupandosi di lavori pubblici, non ha colto il fatto che l’avvio del terzo lotto di messa in sicurezza del Bisagno, congiuntamente alla realizzazione dello scolmatore del Fereggiano, avrebbero trasformato un’area facilmente allagabile in un’area in cui i fenomeni alluvionali verranno finalmente scongiurati.
Di chi, occupandosi di sviluppo, non ha saputo aggiornarsi alle migliori tecnologie di sicurezza che permettono di superare l’eventualità, seppur scongiurata, di un allagamento in aree sotterranee. E dire che, senza andar lontano, dare uno sguardo al park di Piazza della Vittoria e alle tecnologie che l’hanno sempre risparmiato dagli eventi alluvionali non richiedeva nemmeno troppo tempo; bastava fare due passi.
Di chi, in fondo, molto probabilmente quel sottopasso non serviva.
Di una Giunta Comunale, insomma, che non ha saputo mettere in campo una “vision” di lungimiranza, di progettualità innovativa e che, perdonate, non ha saputo nemmeno ascoltare chi invece gliela suggeriva.
Dopo sei lunghi anni di abbandono totale e di fronte ai pochi restanti per riavere un’area cittadina considerevole al riparo dalle esondazioni torrentizie, si è preferito coprire tutto, vergogna compresa.
Sono bastati poco più di 300.000 euro di soldi pubblici per avere la soddisfazione di dire “avete visto? Abbiamo restituito alla Città un’area riqualificata; ci abbiamo messo pure la stessa pavimentazione”.
Un impegno, quello di risolvere una volta per tutte la questione del Sottopasso Cadorna, portato a termine.
Ora le coscienze sono tranquille.
Però, in compenso, Genova ha perso un’altra occasione per dimostrarsi all’altezza di una metropoli.
Foto Genova24