Red Carpet: quando se ne andrà lascerà i buchi; dei chiodi e dei costi
Sulla questione “Red Carpet” oggi si pronuncia (finalmente) anche la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio ponendo un significativo freno alla continua posa indiscriminata della tanto amata passerella della giunta Toti.
Vincenzo Tinè, soprintendente unico della Liguria per il Ministero dei Beni Culturali, ha spiegato che né Regione né i Comuni interessati hanno mai contattato gli uffici della Soprintendenza.
Tinè ha specificato che «ci troviamo in una situazione limite che sfugge alle nuove normative. Da una parte con il decreto di semplificazione i red carpet non rientrano nei vincoli paesaggistici e anche dal punto di vista monumentale non risulta alcuna indicazione in merito ma stiamo parlando di interventi che andrebbero in qualche modo autorizzati ed è proprio su questo punto che stiamo cercando di trovare una soluzione con la direzione del Ministero dei beni artistici e culturali»
La Soprintendenza si è messa in moto successivamente alle denunce pervenutegli in merito alla recente installazione a Porto Venere dove i chiodi di fissaggio utilizzati hanno rovinato le antiche pietre di cui si compone il selciato che porta fino alla chiesa di San Pietro attraversando l’intero Borgo; peraltro anche questo patrimonio Unesco, come per i tanti altri, unici della nostra Liguria.
Ora tecnici e amministrativi si dividono fra sopralluoghi e carte per verificare i danni e mettere in campo la dovuta modulistica per le “necessarie autorizzazioni”, nonché le sanzioni amministrative per tutti i casi in cui si riscontrino l’omissione delle procedure e i danneggiamenti provocati dalle installazioni.
Ma la soprintendenza è arrivata oggi; ed è un bene, per carità.
Però è da tempo che, specie sul web, impazzano le segnalazioni sui danni procurati dalla passatoia, non solo per quelli legati ai sistemi di fissaggio utilizzati ma anche per quello che comporterà dopo, quando le distese rosse verranno smantellate.
E nel mezzo, giustamente, c’è anche chi sul web domanda come si intenda procedere per il recupero dei brandelli di tappeto finiti in mare dopo le “folate” di questi ultimi giorni o se, invece, li si lasceranno sui fondali liberi di inquinare.
A questo, aggiungo, sarebbe anche carino analizzare l’impatto ecologico nel suo complesso: chilometri e chilometri di materiale sintetico da smaltire che, sperando in uno smaltimento corretto, rappresenta indubbiamente un contributo significativo, ambientale ed economico (smaltire bene costa).
Ma ai conti economici, non solo delle possibili sanzioni e dei costi di smaltimento, si dovranno anche sommare quelli delle necessarie riparazioni una volta dismesse le passerelle.
Dei chilometri e chilometri di tappeto resteranno, infatti, migliaia di buchi e scheggiature su cui si dovrà intervenire; a volte saranno interventi semplici altre saranno un po’ più complessi (come nel caso della Passeggiata Anita Garibaldi di Genova Nervi).
Altri saranno impossibili; sarà infatti difficile reperire oggi, nel 2017, pietre di epoca romana o di epoca medioevale per sostituire quelle bucate.
Sempre se le riparazioni si faranno; perché non è da escludere che una volta tolti i vari Red Carpet tutto rimanga così com’è; giusto per incuriosire i prossimi turisti intenti a fantasticare sulle possibili ragioni della presenza regolare di migliaia di buchi sulle pavimentazioni.
Mentre lo scrivo mi sovviene l’atroce dubbio di aver suggerito un’altra idea di marketing a Toti.
Tornando all’aspetto economico sarà quindi curioso vedere i numeri che andranno a riempire una “tabella tipo” dove ci saranno voci tipo queste (semplifico):
- Costo materia prima (passerelle)
- Costo lavori di posatura
- Costi pulizia, manutenzione, ripristino (a carico dei Comuni)
- Sanzioni per omesse richieste di autorizzazione
- Costi di smantellamento
- Costi di smaltimento
- Costi riparazioni stradali
Come dicono i sostenitori del Red Carpet “tireremo le somme una volta terminata l’iniziativa”. Io aggiungo che le pagheremo, anche.
Di seguito una breve galleria di immagini estrapolate dal web alle quali ho omesso, per rispetto della privacy, i nomi degli autori ma che, se lo desiderano, posso scrivermi a roberto@robertoschenone.it per essere citati.
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Red Carpet oltre ogni regola, anche del CdS - Roberto Schenone
31 Luglio 2017 @ 16:58
[…] Nel terzo (che si collega al secondo, che si collega al primo) sono entrato un po’ più nel vivo di alcune questioni come i costi di smaltimento, quelli di riparazione dei danni dovuti alla sua installazione, le sanzioni che potrebbero essere elevate dalla Soprintendenza ai Beni Culturali dopo i danneggiamenti al selciato storico di Porto Venere, i costi di smantellamento, l’impatto ecologico nel suo complesso, il tutto ragionando su una ipotetica tabella riassuntiva nella quale sarà curioso, a termine di tutto, tirare le somme su quanto effettivamente l’intera operazione Red Carpet avrà pesato nelle nostre tasche. […]