Le strade crollano ma per Gentiloni il sistema è buono
Con l’episodio accaduto ieri a Fossano sale a otto il numero di ponti e viadotti crollati nel nostro Paese negli ultimi tre anni e mezzo. Solo poco più di un mese fa il crollo del cavalcavia sulla A14 che costo’ la vita di due persone (Un pedaggio non vale la vita; quell’autostrada andava chiusa).
Ieri, solo per fortuna, non ci sono stati né feriti né morti; una pattuglia dei Carabinieri è rimasta schiacciata sotto al viadotto ma gli ufficiali, che erano impegnati in un posto di blocco, hanno fatto in tempo a scappare immediatamente dopo aver sentito lo scricchiolio della struttura.
Solo per puro caso, in quel momento, non vi erano altri veicoli in transito né sopra, né sotto.
“un fatto gravissimo e potenzialmente molto offensivo” è stata la prima dichiarazione del procuratore di Cuneo, Francesca Nanni.
Ma in Italia abbiamo un enorme problema sull’intero sistema stradale che cresce a dismisura, non si può sminuirlo e non si può dire che “il sistema è buono”, come disse Gentiloni nella conferenza stampa dopo il crollo della A14.
Abbiamo strade (e lo abbiamo visto) che divengono impercorribili per la neve, perché mancano i mezzi operativi.
Abbiamo strade la cui manutenzione è talmente scarsa da renderle impercorribili.
Abbiamo le Province “sospese nel limbo” grazie a quella riforma di Del Rio; impossibilitate ad effettuare gli interventi di ordinaria manutenzione perché non hanno i fondi necessari.
Nell’ultimo censimento dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ci sono ben 6.180 punti di criticità sulle principali infrastrutture e mezzo milione di frane.
Rispetto al 2006 il consumo di asfalto per mantenere in sicurezza le nostre strade si è dimezzato; da 44 milioni di tonnellate nel 2006 a 22 milioni nel 2016.
In generale le stime parlano di investimenti dell’ordine di 40 miliardi di euro che occorrerebbero per riportare l’intero sistema viario alle condizioni di sicurezza in cui si trovava nel 2006.
Ma oltre a questo abbiamo un altro problema da sommare, ovvero la continua tendenza a costruire comunque nuove reti stradali aumentando di fatto il carico delle manutenzioni. E in questo deteniamo un primato in Europa, di cui non è proprio il caso di andare fieri.
Siamo infatti il Paese europeo con la più alta concentrazione di richieste di finanziamenti per sovvenzionare la costruzione di nuove strade, in assoluta controtendenza a tutti gli altri Stati membri che ne fanno invece richiesta per realizzare o rinnovare reti ferroviarie, metropolitane e linee tranviarie nell’ottica di convertirsi ad una visione di sistema in cui la mobilità si trasformi in “mobilità integrata”.
Ci ritroviamo un “sistema stradale” che crolla a pezzi, letteralmente, e che ha un’urgente necessità di interventi forti, subito. E abbiamo bisogno, un disperato bisogno, di un cambiamento radicale delle politiche del nostro Paese sulle speculazioni edilizie e sul consumo di suolo.
Abbiamo bisogno di voltare pagina, abbiamo bisogno di un “sistema” nuovo fatto di politiche serie sulle energie rinnovabili, su un serio cambio di rotta della nostra visione di mobilità, su uno stop deciso al continuo consumo di suolo. E ne abbiamo bisogno subito, oggi. Ed è #possibile.
Questa è la vera “ricucitura” di cui abbiamo bisogno, #primadeldiluvio.
Perché non è assolutamente vero quel che ha detto Gentiloni: questo sistema non è buono.
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Perché crollano i ponti; lo sfogo di un ingegnere. - Roberto Schenone
23 Aprile 2017 @ 12:27
[…] ai problemi evidenziati nel mio precedente articolo, Scarzella, infatti, mette in luce l’annoso (e disastroso) problema delle gare a massimo […]